La tassa sui servizi indivisibili è destinata a finanziare i costi della manutenzione del verde pubblico e delle strade comunali, l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica e l’attività della polizia locale. Insieme all’Imu e alla Tari costituisce la Iuc, l’Imposta Unica Comunale, entrata in vigore nel 2014. Il 18 giugno è scaduto il termine ultimo per versare l'acconto 2018, ma cosa fare se la Tasi è stata pagata per errore o se si è versato più del dovuto?
La Tasi si calcola rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicandola per il coefficiente in base alla categoria dell’immobile, dopodiché si applica l’aliquota Tasi decisa dal Comune in cui l’immobile è ubicato. Il versamento deve essere effettuato mediante modello F24 dell’Agenzia delle Entrate, dove devono essere indicati i relativi codici tributo, oppure attraverso bollettino Tasi 2018.
A dover pagare la tassa sui servizi indivisibili sono i proprietari prima casa di lusso, ossia per gli immobili di proprietà adibiti ad abitazione principale e le relative pertinenze, appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9; i proprietari di seconde case; i fabbricati rurali ad uso strumentale; i fabbricati costruiti e destinati, dall’impresa costruttrice, alla vendita ma non ancora venduti o locati; i possessori d’immobili in affitto.
In alcuni casi, la Tasi è dovuta in misura ridotta: per gli edifici d’interesse storico-artistico è prevista una riduzione della metà; per le case affittate a canone concordato, la riduzione è del 25%; per gli immobili inagibili o inabitabili, è prevista la riduzione a metà dell’imposta purché tale situazione sia stata dichiarata al Comune con perizia di parte.
Ma una volta effettuato il pagamento, è possibile rendersi conto del fatto che la Tasi sia stata pagata per errore oppure che sia stato versato più del dovuto. In questo caso, è possibile richiedere il rimborso? La risposta è "sì": è possibile chiedere il rimborso di quanto versato in eccesso o dell’intera somma pagata per errore.
Per richiedere il rimborso della Tasi pagata per errore è necessario utilizzare il modello previsto – che si può scaricare online sul sito del Comune in cui si trova l’immobile per il quale è dovuta la Tasi – o inviare richiesta, in carta semplice, all’Ufficio Tributi del Comune in cui si trova l’immobile cui la Tasi si riferisce. La domanda di rimborso deve essere presentata entro 5 anni dal giorno del versamento errato o da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione.
La richiesta deve contenere i seguenti elementi:
- annualità per le/la quali/e è richiesto il rimborso;
- generalità del richiedente (cognome, nome, data e luogo di nascita, codice fiscale, telefono, residenza, indirizzo di posta elettronica);
- imposta erroneamente versata, con l’allegazione delle fotocopie dei versamenti eseguiti;
- imposta correttamente dovuta;
- somma richiesta a rimborso;
- motivazione della richiesta di rimborso;
- indicazione delle modalità favorite di erogazione del rimborso in caso di accettazione della richiesta (accredito su conto corrente bancario, in tal caso è necessario indicare le coordinate bancarie del proprio istituto di credito, i dati dell’intestatario del conto e la sede dell’agenzia di credito; autorizzazione a compensare, in questo caso il Comune invierà al contribuente un’apposita autorizzazione a compensare il credito con un debito d’imposta futura).
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